Essere così giovane ed avere da più di un anno tutti gli occhi puntati addosso, non solo in Europa, ma quelli del mondo intero: questo è Milinkovic-Savic che ha esordito al suo primo Mondiale.

In Russia, là dove ci sono grandissimi calciatori, i più forti in circolazione, senti intorno a te sparare cifre esorbitanti, la corte di quei club che per tanti sono solo un sogno.

Qualcuno lo chiamò “lezioso”, ma in un Mondiale dove è stato stretto all’angolo anche il Brasile, con a capo il giocoliere Neymar, Milinkovic-Savic ha saputo sgomitare senza però strafare in un “tacchetto di troppo” è salito in cattedra, si sta godendo la vera “consacrazione”, quella mondiale.

Certo la compagine avversaria non era una big, ma lo stesso Sergej ha fatto vedere di appartenere a quell’universo di gente che sa giocare a pallone.

Il portiere della Sampdoria, Viviano, senza peli sulla lingua, ha dato la più esaustiva definizione del talento serbo:

” Milinkovic fa quel c***o che vuole, quando c***o vuole e dove c***o vuole…follia!”

Sergej è così, si trascina giocatori e palloni per il campo, ogni tanto si lascia cadere nella “leziosità”, ma senza che questa determini assolutamente il suo gioco e poi, sono sempre stata convinta che, cedere alla leziosità, sia un marchio che contraddistingue i “big” rendendoli spettacolari.

23 anni e non c’è da stupirsi se le cifre si scatenano partendo dagli esorbitanti 150 milioni.

È potente, mai gregario, Milinkovic-Savic conosce il gioco ed in campo la sua presenza è fondamentale, tanto lo ha fatto madre natura, tanto lo ha fatto lui con quel talento che ha impedito alla stazza fisica di essere un ostacolo. A differenza di tanti infatti, pur essendo “grosso”, è riuscito a trasformare quella che poteva essere indicata come “lentezza” in assoluto sfoggio di tecnica e virtuosismo.

Con la Serbia ha dato spolvero di tutto quel magnifico repertorio che ha dentro, repertorio ampliato in casa Lazio, quella “casa” voluta a tutti i costi, ottenuta con un pianto a dirotto mentre si trovava davanti la dirigenza della Fiorentina per apporre la sua firma sul contratto. Il procuratore Kezman dovette chiamare Tare in tutta fretta e quasi “regalarlo” ai capitolini, chissà ora il club gigliato quanto si sta mangiando i gomiti. Caro fu a Lotito quel pianto!

In Russia ha il merito di aver fatto parlare di lui subito dopo il “monologo” di quel signore che gioca nel Portogallo con la maglia numero 7, Cristiano Ronaldo e, strappare i riflettori alla tripletta del portoghese, non è roba per tutti.

I tifosi biancocelesti lo hanno seguito con la soddisfazione mista alla paura, quasi aspettassero un flop, perché un flop nessuno lo guarda, ma ad un campione beh, daranno una caccia spietata e sarà sempre più difficile per Lotito non cedere alle tentazioni, sarà difficile anche per Milinkovic-Savic stesso guardare da lontano quelle cifre sui contratti.

La domanda è solo una: questa Lazio comincia ad essere troppo “piccola” per Sergej? Per uno che può trovare il suo posto nel mondo della Champions League e può addirittura ambire ad alzarla al cielo?

Un lussuoso showroom dove tutto ha un prezzo, purché sia quello giusto…. Da sempre è stata questa la linea adottata dalla società, invece che custodire i suoi gioielli e creare intorno a loro una squadra competitiva … Tutto ha un prezzo, purché sia quello giusto.

Il ritornello è il solito: “Ne arriverà uno di pari livello”, ma se il serbo vale 150 mln, perché un “pari livello” dovrebbe valerne 7/8?

Senza voler fare “polemica anticipata”, o andare a stuzzicare una bolla che ancora prude, sarà il mercato di Milinkovic-Savic, l’uomo più in vista del momento, quello per cui una Lazio senza garanzie potrebbe essere piccola.

Sergej, quel giocatore che davvero in campo fa quello che c***o gli pare!

Applausi, applausi , ancora applausi: i laziali gonfiano il petto, Milinkovic- Savic, colui che è predestinato al titilo di “migliore al mondo”, è “nato” in casa nostra!

 

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